Imparare dal coronavirus – cos’è importante per la promozione della salute
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Quando le condizioni di vita sono instabili, la conoscenza e le esperienze aiutano a trovare buone soluzioni e a prendere decisioni intelligenti: quest’anno, la 22a Conferenza nazionale sulla promozione della salute ha affrontato questa considerazione in modo mirato in rapporto al COVID-19, con relazioni e scambi di opinioni orientate alla pratica in apposite sale di discussione. La conferenza si è svolta online.
La crisi del coronavirus come lente d’ingrandimento
Gli effetti diretti e indiretti della pandemia di COVID-19 sulla salute sono enormi. In linea con ciò, Guido Graf ha sottolineato nel suo discorso di benvenuto l’importanza della promozione della salute e della prevenzione, soprattutto in tempi di pandemia: «I fattori che aumentano il rischio di decorsi gravi di COVID-19 sono quegli stessi fattori da sempre al centro della promozione della salute e della prevenzione. L’impegno di tutti noi è più importante che mai» ha affermato il presidente del Consiglio di fondazione di Promozione Salute Svizzera e Direttore della sanità e della socialità del Canton Lucerna.
Nell’ambito della conferenza è stata inoltre pubblicata anche una panoramica dei risultati della ricerca, raccolti sino a fine 2020, sull’impatto che la pandemia di coronavirus ha sul benessere, la salute psichica nonché sull’attività fisica e il comportamento alimentare della popolazione svizzera. Questo documento evidenzia che la crisi del coronavirus agisce come una «lente d’ingrandimento» perché rafforza le tendenze esistenti di disuguaglianza e pregiudizi che hanno gravi conseguenze sulla salute.
Aumento dei sintomi depressivi
Preziose intuizioni a questo proposito sono fornite, ad esempio, dallo Swiss Corona Stress Study, uno studio guidato da Dominique de Quervain, professore di neuroscienze e direttore del dipartimento di neuroscienze cognitive all’Università di Basilea. Lo studio effettua sondaggi con cadenza regolare per individuare gli effetti della pandemia di COVID-19 sulla percezione dello stress, sugli stati d’ansia e sui sintomi depressivi.
De Quervain ha rivelato alla Conferenza nazionale sulla promozione della salute che la percentuale di persone in Svizzera colpite da sintomi depressivi è raddoppiata dal 9,1 al 18,4 percento dal primo lockdown nella primavera 2020 – secondo il professor de Quervain si tratta di uno sviluppo preoccupante che non si è ancora arrestato. In tutti i cicli del sondaggio, il team di ricerca ha anche scoperto che le persone che sono fisicamente attive e fanno regolare esercizio fisico sono meno soggette a stress e sintomi depressivi rispetto ai soggetti meno attivi fisicamente – un dato che supporta precedenti evidenze di Promozione Salute.
Lo studio fornisce indizi sui gruppi di popolazione maggiormente colpiti da stress. A soffrirne sono soprattutto i giovani, i lavoratori in settori interessati dalle chiusure governative, o quelli le cui riserve finanziarie sono diminuite a causa delle restrizioni.
Stress, solitudine e minore attività fisica
Ora sappiamo che le persone con patologie pregresse come diabete, malattie cardiovascolari o malattie respiratorie croniche sono particolarmente a rischio in caso di infezione da coronavirus. Al contempo, la pandemia e le sue conseguenze sembrano aumentare il rischio di questi e altri problemi di salute.
I fatti rilevanti in proposito vengono forniti anche dal monitoraggio sociale COVID-19 dell’Università di scienze applicate di Zurigo (ZHAW), il quale registra gli effetti della pandemia sulle persone in Svizzera o su specifici gruppi di popolazione. Marc Höglinger, responsabile della ricerca sui servizi sanitari e docente alla ZHAW, ha mostrato nella sua relazione che il numero di persone con stress frequente o molto frequente aumenta in modo considerevole nei periodi di restrizioni imposte per contrastare la pandemia di coronavirus - soprattutto nella fascia di età dai 18 ai 29 anni. Durante il lockdown queste persone hanno sofferto più spesso la solitudine. Inoltre, il monitoraggio sociale COVID-19 mostra che le attività sportive sono diminuite significativamente durante il lockdown e non si sono riassestate nemmeno dopo gli allentamenti delle restrizioni in estate. Una parte significativa della popolazione ha riferito di essere stata inattiva fisicamente per intere settimane.
Impatto della pandemia sul lavoro di promozione della salute e prevenzione
Alla conferenza è stato presentato anche uno studio dell’Unisanté di Losanna. Sulla base di un sondaggio condotto tra oltre 100 professionisti, Karin Zürcher e Andrea Lutz hanno sottolineato che la promozione della salute e la prevenzione sono più rilevanti del solito in tempi di pandemia. Secondo i professionisti che hanno partecipato allo studio, questo vale in particolar modo per gli anziani, i gruppi di popolazione in situazioni precarie e le persone vulnerabili a livello psichico. Tuttavia, le misure e i mezzi di comunicazione andrebbero adattati ai gruppi e utilizzati in modo differenziato mentre il potenziale della digitalizzazione dovrebbe essere ulteriormente sfruttato.
Approfittare dell’esperienza pratica
Gli studi e i sondaggi confermano scientificamente le ipotesi. Per ottenere un quadro completo di una situazione generale, una visione sulla prassi offre un complemento ideale. Anche questo aspetto è stato inserito nel programma della Conferenza nazionale sulla promozione della salute: Giorgio Merlani, medico cantonale ticinese, ha parlato delle esperienze e degli insegnamenti che il Canton Ticino ha tratto dalla pandemia di COVID-19 per promuovere meglio la salute della popolazione in futuro. E Markus Mader, Direttore della Croce Rossa Svizzera (CRS), ha dimostrato in modo impressionante il potenziale del lavoro di mediazione nelle comunità di migranti. Per la CRS è di fondamentale importanza sfruttare questo potenziale per raggiungere, durante la pandemia di COVID-19, i gruppi di popolazione vulnerabili con un background migratorio – come avviene ad esempio con il portale Internet migesplus.ch, che supporta professioniste/i della salute, consulenti sociali e moltiplicatori/moltiplicatrici con informazioni sanitarie in 56 lingue.
Con queste relazioni, i giri di domande e uno scambio approfondito in sale digitali, la Conferenza nazionale sulla promozione della salute ha dimostrato che il trasferimento di conoscenze online riscuote ampio interesse e funziona.
Conferenza nazionale sulla promozione della salute
La 22a Conferenza nazionale sulla promozione della salute si è svolta online giovedì 28 gennaio 2021 e ha affrontato il tema «Coronavirus e promozione della salute: insegnamenti per il futuro». L’evento è stato organizzato dalla Fondazione Promozione Salute Svizzera e dalla Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità. Nel quadro dell’evento, la Fondazione ha reso pubblico il suo documento di lavoro «Impatto della pandemia di coronavirus sui limiti e sulle risorse della popolazione in materia di salute», disponibile al seguente link: www.promozionesalute.ch/foglio-di-lavoro-52
Promozione Salute Svizzera
Promozione Salute Svizzera è una fondazione sostenuta da cantoni e assicuratori. Su incarico della Confederazione essa avvia, coordina e valuta le misure volte a promuovere la salute (art. 19 della Legge federale sull’assicurazione malattie). La fondazione sottostà alla vigilanza della Confederazione. L’organo decisionale supremo è il Consiglio di fondazione. Promozione Salute Svizzera ha due sedi operative, situate negli uffici di Berna e Losanna. Ogni persona residente in Svizzera versa un contributo mensile di 40 centesimi a favore di Promozione Salute Svizzera che viene prelevato dalle casse malati.
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